© Serena Evangelista 2011

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Note DiWine


© Serena Evangelista 2011
"Il Vino E' Un Essere Vivente.
E amo immaginare l'anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c'era un bel sole, se pioveva. E amo immaginare le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve. E se è un vino d'annata, penso a quante di loro sono morte. Mi piace che il vino continua a evolversi. Che se apro una bottiglia oggi avrà un gusto diverso da quello che avrebbe se l'aprissi un altro giorno. Perché una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita. Ed è in costante evoluzione e acquista complessità, finché non raggiunge l'apice. E poi comincia il suo lento, inesorabile declino."
 
(Tratto da "Sideways - In Viaggio Con Jack")

San Martino 2011


© Serena Evangelista 2011 
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La trama della tela - Edouard Vuillard

"Nei dipinti di Vuillard, la barriera costituisce una figura."


Oggi ho acquistato il Numero Zero di una rivista del 2000, il "libretto", che dal 1982 ha pubblicato più di sessanta fascicoli dedicati a vari artisti, che sono veramente introvabili!
Le prime "Pagine d'Arte" sono dedicate ad un pittore francese, Edouard Vuillard, membro del Nabis, un gruppo di artisti parigini dell'avanguardia post - impressionista, attivi negli anni 90 del XIX secolo.
Come tutti i seguaci del movimento, anche Vuillard si allontana dal realismo impressionista, dedito a descrivere avvenimenti o paesaggi, per avvicinarsi piuttosto ad uno stile pittorico capace di rappresentare emozioni e stati d'animo e che, quindi, non dà molta importanza al tema, quanto più all'accostamento dei colori.
L'artista abolisce ogni traccia di profondità e di prospettiva, nasconde i riferimenti spaziali, annulla la veduta angolare. Porte, pareti rivestite, quadri, tendaggi, mobili, specchi, stoffe, tappeti sono rappresentati come se si sovrapponessero in una disposizione spaziale, disposti a pile o a piani.


Lo sguardo dello spettatore non segue un tragitto a "zig zag" che parta dal primo piano per arrivare al fondo del dipinto, ma scavalca i motivi ornamentali, salta oltre i vari riquadri, oltrepassa gli ostacoli disposti dal pittore nello spazio. 
Come in Vermeer, il primo piano crea un ostacolo, s'interpone fra lo spettatore e la rappresentazione.

 Vuillard riduce al massimo gli interstizi, accatastando oggetti, mobili, tappeti, tendaggi, arazzi, pareti, gli uni sugli altri, gli uni davanti agli altri. Ne risulta un effetto di saturazione dello spazio, ottenuto dalla sovrapposizione di diversi strati. I piani, come in una successione di pieghe, raccolgono lo spazio e lo rovesciano su se stesso, riducendone così gli intervalli.


La lezione di cucito:
Vuillard vive nell'appartamento della madre che esercita la professione di sarta ed è qui che dipinge: dipinge su di un tessuto, su di una tela acquistata a metro, ritagliata in base a un certo formato, e della quale egli nasconde in qualche modo la trama con la pittura.
Lo spazio interno chiuso del pittore viene determinato dal raddoppio della rigatura a scacchi, vale a dire da una rete di verticali e di orizzontali che stanno alla base di numerose composizioni. Questa struttura a trama governa la composizione dello spazio, l'ubicazione degli oggetti e la collocazione delle figure.
La tela del quadro, in una sorte di tautologia, è quella stessa tela sulla quale gli altri tessuti - tendaggi, arazzi, tappeti - vengono più frequentemente dipinti. Ciò che sta davanti e ciò che sta dentro entrano in contiguità, la tela è messa davanti alla pittura. Il quadro di Vuillard sarebbe dunque un velo, tessuto dalla trama svelata, che si presenterebbe come in ritardo o di rimando.


La tela del quadro diventa così una pelle, una zona erogena sulla quale si iscrivono tutte le pieghe fantasmatiche del profondo, il desiderio e la frustrazione, il piacere e l'inibizione, il godimento e l'attesa. Essa non costituisce solo il supporto convenzionale della pratica pittorica ma si rivela, in Vuillard, matrice capace di contenere tutte le aspirazioni della sua vita e tutte le forme della sua arte.

La fotografia di Maurizio Galimberti








Uno stile fotografico anticonformista quello di Maurizio Galimberti,
che parla di sé e della sua fotografia su Virgin Radio Tv.
Ecco Qui il link.

Capturing The Nature

Disegnare con la fotografia
il delicato equilibrio della natura...

© Serena Evangelista 2011
© Serena Evangelista 2011 
© Serena Evangelista 2011
...E avere il potere di rendere eterni
un fiore, una piuma, una conchiglia,
altrimenti destinati a dileguarsi nell'infinità del mare o del vento.

© Serena Evangelista 2011

"Pittorialismo Asiatico"

Don Hong Oai - Vietnam, 1971
Don Hong Oai - After Prayer, Vietnam, 1973

Don Hong Oai - Solitary Wooden Boat
Don Hong Oai - Floating In Spring
Don Hong Oai - Sandstorm Day
Don Hong Oai - To The Market
Don Hong Oai 
Don Hong Oai - Spring On The River Li, Gullin


Pittorialismo Asiaticocosì è definito lo stile fotografico di Don Hong Oai. 
Nato nel 1929 nella città di Guangzhou, il fotografo cinese apprende la tecnica e i principi dell'arte paesaggistica dal maestro Long Chin - San e diventa noto al grande pubblico nel 1990, quando le sue fotografie cominciano ad attirare l'attenzione di alcuni critici e, successivamente, ad essere vendute nelle gallerie d'arte negli Usa, in Asia e in Europa.


Don Hong Oai - Fishing Journey

Il suo stile impressionista riprende una tecnica pittorica tradizionale, infatti le sue fotografie, molto simili a dipinti, sono solitamente strutturate in tre livelli distinti: primo piano, intervallo e sfondo lontano, spesso cupo e nebbioso.
Don Hong Oai non si limita a fotografare paesaggi, ma ha la capacità di conferire ad ogni elemento compositivo una certa spiritualità, inserendolo in un contesto armonico e poetico, quasi surreale.
E' questo che fai di lui un grande artista...

© Serena Evangelista 2011


Diario di viaggio: Barcellona, Settembre 2011


Aeroporto Barcellona El Prat
Foto by Serena Evang
elista © 2011
E' già trascorso un mese dal giorno in cui io e Vincenzo siamo partiti per Barcellona!! Che nostalgia, ragazzi!! Devo dire che è stata "un'avventura" intensa, sin dall'inizio! 
La nostra partenza, dall'aeroporto di Bari, è stata posticipata a causa del maltempo, per cui l'attesa è stata un po' noiosa. Tutt'altro che noioso, però, è stato il volo... Temporali e turbolenze per tutto il tragitto... Quando siamo arrivati a Milano ho ripreso a respirare!! 
Arrivati all'aeroporto di Milano abbiamo trascorso la notte lì e alle 7,00: volo per Barcellona!! Finalmente!!! All'aeroporto El Prat, abbiamo acquistato la mappa della città, il biglietto T10 e l'Articket (che permette di visitare sette musei tra cui quello di Picasso) e da qui abbiamo raggiunto il centro con il treno Renfe, accessibile per persone disabili. Il treno passa ogni 30 minuti e la durata del tragitto è di circa 25 minuti. Lo sconsiglio alle persone in sedia a rotelle perché, nonostante non ci sia alcuna problematica per accedervi, scesi alla fermata Passeig de Gracia, non c'è un'ascensore che permette di raggiungere la strada. 
Con qualche difficoltà ce l'abbiamo fatta, e siamo riusciti ad ammirare una delle "avingudes" più note di Barcellona! 
Il Pg de Gracia, strada in cui si trovano alcune delle opere architettoniche più belle di Barcellona, dichiarate Patrimonio dell'Umanità, come Casa Battlò, Casa Milà (La Pedrera) e Casa Amattler, collega Plaça Catalunya al quartiere di Gracia.
Antoni Gaudi.Casa Battlò
Foto by Serena Evangelista © 2011
Prima di prendere la metro per raggiungere l'hotel, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci ad ammirare, con meraviglia, la facciata anteriore di Casa Battlò, una delle opere più note del celebre architetto catalano Antoni Gaudì.
Subito dopo, stanchi di un viaggio che sembrava essere interminabile e di valigie troppo pesanti, abbiamo deciso di prendere la metro per Plaça Lesseps. L'hotel Residencia Erasmus Gracia è vicinissimo alla fermata della metro, si trova in Torrent de Olla, in un quartiere veramente tranquillo. E' accessibile ai disabili, in quanto è dotato di rampe, ascensore e di una seconda entrata. Le stanze sono ampie, pulite e confortevoli, anche se priva di tv, aria condizionata e cassetta di sicurezza, ma sento comunque di consigliarlo per il rapporto qualità-prezzo e soprattutto per la grande disponibilità e per la gentilezza del personale.
Nel quartiere Gracia, in Carrer de Les Carolines,  strada facilmente raggiungibile a piedi dall'hotel, si  trova Casa Vicens, la prima opera architettonica di A. Gaudì, costruita fra il 1878 e il 1880. Ciò che rende unico questo edificio, segnato da uno stile che definirei "arabeggiante", è l'esaltazione delle tonalità, unita all'utilizzo di svariati materiali come la pietra, il mattone o la ceramica. 


Antoni Gaudì.Casa Vicens (facciata)
Foto by Serena Evangelista © 2011
Casa Vicens si trova in un quartiere multietnico, in cui ci sono ristorantini che propongono menù per tutti i gusti, e le tasche! Noi abbiamo pranzato al Café - Restaurant "Tapa i Apat": Menù a base di Paella Valenciana, accompagnata da sangria e vino rosso, pato (anatra), sformato di patate e verdure e...Dulcis In Fundo...Flan con panna e uva passa e torta - biscotto al cioccolato.

Paella Valenciana
Foto by Serena Evangelista © 2011
In serata abbiamo preso la metro fino a Tarragona (dato che la fermata in Plaça Espanya non è accessibile ai disabili) e, dopo una sosta al parco dedicato a Joan Mirò, nel quale si può ammirare l'opera "Dona i Ocell", abbiamo raggiunto a piedi la Fontana di Montjuic, la quale ha attratto centinaia di spettatori grazie alla magia creata dalla musica, dall'acqua e dai colori. Da non perdere!!
Fontana Magica di Montjuic
Foto by Serena Evangelista © 2011

Joan Mirò. Dona i Ocell
Foto by Serena Evangelista © 2011

In Plaça Espanya, su Gran Via de les Corts Catalanes, non distante dalla fontana, si trova il Centro Commerciale Las Arenas, un tempo sede delle corridas de toros.
L'edificio è coperto da una grande cupola in legno, attorno al perimetro della quale si trovano diversi ristoranti con vista panoramica. E' qui che si è conclusa la nostra piacevole serata, in un ristorante tipico spagnolo con cucina a vista: Mussol Arenas.
Foto by Serena Evangelista © 2011
Qui abbiamo assaggiato alcune delle specialità della cucina catalana come il "pa amb" con la tipica salsa all'aglio, butifarra con huevo, soufflè de verduras y patatas e hamburguesa con queso. Questo è il ristorante che ho apprezzato di più, sia per la bontà del cibo che per la birra.

19 settembre 2011:
  • Prima tappa: visita alla Sagrada Familia, la grande basilica  considerata il più grande capolavoro di A. Gaudì. La sensazione che ho provato guardando dall'esterno il tempio è stata sicuramente lo stupore, per qualcosa di così immenso e ricco di simboli, di storia, e in continua trasformazione.

Il mio sguardo è stato attratto dapprima dall'insieme, rapito dalla monumentalità delle sculture, dalla grandezza interminabile della struttura, e poi la mia attenzione si è spostata verso i particolari delle facciate, che sono veramente incalcolabili!
Facciata Sagrada Familia
Foto by Serena Evangelista © 2011
Le facciate sono contraddistinte dalla combinazione dell'architettura religiosa con elementi  tipici del modernismo catalano, stile artistico che  si sviluppò tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo nella regione spagnola della Catalogna e che caratterizza l'immagine di Barcellona.

  • Seconda tappa: MACBA (Museu D'Art Contemporani de Barcelona), uno dei musei che, a mio parere, merita in assoluto di essere visitato. 

E' situato nel quartiere El Raval di Barcellona, in Plaça dels Angels, una delle piazze più note dove praticare lo skateboarding.


Foto by Serena Evangelista © 2011
Foto by Serena Evangelista © 2011
Inaugurato nel 1955, il museo espone opere degli ultimi cinquant'anni; la fotografia, la pittura e qualsiasi oggetto che sia arte, si fondono in un ambiente sospeso tra il reale e il surreale. Si diventa parte dell'ambiente circostante, in cui ogni cosa, ogni quadro, ogni colore si modellano a seconda della nostra percezione.

Letto Sospeso. MACBA.
Foto by Serena Evangelista © 2011
Il modernismo del MACBA si fonde con la storia del quartiere in cui è situato.
Il Raval, infatti, fino agli inizi degli anni 90, è stato definito "quartiere cinese" proprio perché, come nella Chinatown di San Francisco, nessuno osava avvicinarsi. Era il quartiere delle prostitute e degli spacciatori, una delle zone più malfamate della città.
Oggi, invece, è cosmopolita, ricco di ristoranti, negozi alimentari indiani, pakistani, cinesi, di ogni tipo ed è davvero piacevole trascorrerci il pomeriggio, per sentirsi parte di una civiltà multietnica, aperta a nuove culture, a nuove forme d'arte e - perché no - a nuove specialità gastronomiche. 

A sinistra del Raval si trova uno dei viali più emblematici di Barcellona, la Rambla. Essa collega Plaça de Catalunya con il Port Vell. Questo viale, che termina con il famoso monumento di Cristoforo Colombo, si divide in cinque diverse Ramblas: la Rambla di Canaletes, che prende il nome dalla fontana di Pagaie, la Rambla dels Estudis, la Rambla de les Flores, nota anche come Rambla de Sant Josep, la Rambla dels Caputxins e la Rambla di Santa Monica.

Rambla de les Flores.
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A metà della Rambla, sulla destra, si trova la Boqueria, uno dei mercati più visitati del mondo. Ci si perde fra i colori, gli odori e i sensi vengono attratti da bontà di ogni genere.
Frullati di frutta fresca. Mercato Boqueria.
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I frullati di frutta fresca sono ottimi, e c'è veramente l'imbarazzo della scelta. Gli alimenti, dalla carne, alla frutta, al pesce, sono presentati con cura e attenzione e risulta impossibile non fermarsi ad osservare. Definirei questo mercato "Il Museo a cielo aperto della Gastronomia"!
Mercato Boqueria.
Foto by Serena Evangelista © 2011
Frutta secca. Mercato Boqueria.
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Proseguendo per la Rambla l'attenzione si sposta sulla moltitudine di artisti che dipingono ritratti, paesaggi, e che realizzano caricature. Noi ce se siamo fatta fare una! :)
Artista di strada. (Rambla)
Foto by Serena Evangelista © 2011

Artista di strada (Rambla)
Foto by Serena Evangelista © 2011
Alla fine della Rambla, vicino al mare, si trova il monumento di Cristoforo Colombo, costruito nel 1888 con lo scopo di ricordare la scoperta dell'America. Il navigatore genovese è raffigurato nell'atto di indicare con la mano un punto del mare, che segna la posizione in cui Colombo sbarcò nel 1493.
Passeggiando lungo il pontile pedonale sospeso sul mare si arriva al Maremagnum, un complesso commerciale che ospita ristoranti, negozi, un cinema 3D (Cinema Imax) e l' Aquarium.
Port Vell.
Foto by Serena Evangelista © 2011
Di fronte al porto, nei pressi del litorale, è possibile ammirare la scultura surrealista di uno dei maggiori esponenti della Pop Art: "El Cap de Barcelona" di Roy Lichtenstein.
Roy Lichtenstein, El Cap de Barcelona (1991 -1992)
Foto by Serena Evangelista © 2011

20 settembre 2011
  • Prima tappa: La famosa Casa Milà, chiamata anche Pedrera ("Casa di pietra"), dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità  e costruita da Antoni Gaudì tra il 1905 e il 1912 su incarico di Pere Milà e Roser Segimon.

Casa Milà Foto by Serena Evangelista © 2011

La facciata dell'edificio è rivestita di pietra grezza e i balconi sono decorati da balaustre in ferro battuto, materiale utilizzato anche nel cancello d'ingresso e nelle porte.
L'elemento fondante alla base del progetto di Gaudì è la linea curva,infatti nella Pedrera vi sono frequenti ripetizioni di archi e la struttura risulta asimmetrica sia all'esterno che all'interno.
Dettaglio dei tetti (Casa Milà)
Foto by Serena Evangelista © 2011
L'androne, uno degli appartamenti, e il tetto sono visitabili; ciò che più mi ha colpita è stato sicuramente quest ultimo. Ad esso si può accedere tramite un ascensore, ma la presenza di scale e gradini non lo rende completamente accessibile in sedia a rotelle. 
  • Seconda tappa: Fondazione Tapiès
La Fundaciò Antoni Tapies ha sede nell'edificio dell'antica casa editrice Editorial Montaner i Simon, uno stabile di fine Ottocento opera dell'architetto modernista Lluis Domenech Girbau.
Fundaciò Antoni Tapiès
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Il patrimonio di opere custodite ha alla base un enigma che definirei geniale. 
La pittura di Tapiès, infatti, va al di là della semplice rappresentazione di forme e neppure si serve della valenza simbolica del colore; al centro delle sue opere c'è, piuttosto, la "trama". Essa non solo rientra fra i principi generali dell'astrattismo, ma è anche l'elemento che permette, più di ogni altro, di avvicinarsi al reale autentico, alla natura vera dell'uomo, o addirittura al centro dell'universo.


  • Terza tappa: CCCB (Centre de Cultura Contemporània de Barcelona)
CCCB (Centro della Cultura Contemporanea di Barcellona)
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Qui abbiamo visitato due esposizioni: la prima, "Memoria Fragmentada", dedicata all'11 settembre, e la seconda, "Brangulì, Barcelona 1909 - 1945", un vero e proprio viaggio fotografico, quasi interminabile ma meravigliosamente affascinante, attraverso la vita, socio-politico-economico-culturale, di Barcellona.
Memoria Fragmentada. (CCCB)
Foto by Serena Evangelista © 2011


  • Quarta tappa: Il Museo Picasso

Il museo si trova in Calle de Montcada, nel quartiere del Barri Gòtic. La collezione permanente del museo è costituita da più di 3.500 opere, la maggior parte delle quali risalgono al periodo in cui Pablo Picasso è vissuto a Barcellona.
Sede del Museo Picasso
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oto by Serena Evangelista © 2011
Le opere maggiori sono: Las Meninas (1957), Margot (1901), Madre con bambino malato (1903). E' evidente, soprattutto nella sezione che riguarda le ceramiche, l'influenza che la città di Barcellona ha avuto nell'artista e che, secondo me, lo ha segnato in modo imprescindibile, per tutta la sua vita. 
Io e il mimo
(Ingresso Museo Picasso)

  • Quinta tappa: L'Aquarium de Barcelona
Appena entrati, ho scattato un paio di foto e...mi si è spenta la fotocamera...Woow!! Sognavo di fotografare l'acquario e invece...ecco la solita sfiga che si ripresenta...!
Acquario di Barcellona
F
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In ogni modo ce l'ho fatta, ho fotografato quello che potevo e, alla fine, sono riuscita anche a fare qualche video...Mai disperare! ;)
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Tunnel Acquario - Foto by Serena Evangelista © 2011
 L'acquario mi è piaciuto molto, è stata un'esperienza che sicuramente ripeterei e magari - perché no - se avessi "solo" 300 € a disposizione, non mi lascerei scappare neanche una bella escursione in mezzo agli squali!!


Il nostro pomeriggio si è concluso qui e dopo un frettoloso giro al Maremagnum, ci siamo goduti l'atmosfera che il porto di Barcellona offre appena il sole va via. 
Camminando per il porto, abbiamo deciso di fermarci e cenare in uno dei ristoranti all'aperto. Il nostro menù? Antipasto a base di particolari cannelloni ripieni di carne, anelli di calamari fritti, Paella de Marisco e, per concludere, flan al caramello.


 21 settembre 2011:
  • Prima tappa:Parc Guell, parco realizzato dal grande Gaudì agli inizi del Novecento, uno dei monumenti-simbolo di Barcellona.

Il parco è accessibile ai disabili, anche se è necessario il supporto di un accompagnatore per superare alcune delle ripide pendenze. Le uniche zone non accessibili, purtroppo, sono la sala ipostila, chiamata anche "sala delle cento colonne", e la terrazza, in quanto si trovano in cima alla scalinata principale. 

Foto by Serena Evangelista © 2011