La trama della tela - Edouard Vuillard

"Nei dipinti di Vuillard, la barriera costituisce una figura."


Oggi ho acquistato il Numero Zero di una rivista del 2000, il "libretto", che dal 1982 ha pubblicato più di sessanta fascicoli dedicati a vari artisti, che sono veramente introvabili!
Le prime "Pagine d'Arte" sono dedicate ad un pittore francese, Edouard Vuillard, membro del Nabis, un gruppo di artisti parigini dell'avanguardia post - impressionista, attivi negli anni 90 del XIX secolo.
Come tutti i seguaci del movimento, anche Vuillard si allontana dal realismo impressionista, dedito a descrivere avvenimenti o paesaggi, per avvicinarsi piuttosto ad uno stile pittorico capace di rappresentare emozioni e stati d'animo e che, quindi, non dà molta importanza al tema, quanto più all'accostamento dei colori.
L'artista abolisce ogni traccia di profondità e di prospettiva, nasconde i riferimenti spaziali, annulla la veduta angolare. Porte, pareti rivestite, quadri, tendaggi, mobili, specchi, stoffe, tappeti sono rappresentati come se si sovrapponessero in una disposizione spaziale, disposti a pile o a piani.


Lo sguardo dello spettatore non segue un tragitto a "zig zag" che parta dal primo piano per arrivare al fondo del dipinto, ma scavalca i motivi ornamentali, salta oltre i vari riquadri, oltrepassa gli ostacoli disposti dal pittore nello spazio. 
Come in Vermeer, il primo piano crea un ostacolo, s'interpone fra lo spettatore e la rappresentazione.

 Vuillard riduce al massimo gli interstizi, accatastando oggetti, mobili, tappeti, tendaggi, arazzi, pareti, gli uni sugli altri, gli uni davanti agli altri. Ne risulta un effetto di saturazione dello spazio, ottenuto dalla sovrapposizione di diversi strati. I piani, come in una successione di pieghe, raccolgono lo spazio e lo rovesciano su se stesso, riducendone così gli intervalli.


La lezione di cucito:
Vuillard vive nell'appartamento della madre che esercita la professione di sarta ed è qui che dipinge: dipinge su di un tessuto, su di una tela acquistata a metro, ritagliata in base a un certo formato, e della quale egli nasconde in qualche modo la trama con la pittura.
Lo spazio interno chiuso del pittore viene determinato dal raddoppio della rigatura a scacchi, vale a dire da una rete di verticali e di orizzontali che stanno alla base di numerose composizioni. Questa struttura a trama governa la composizione dello spazio, l'ubicazione degli oggetti e la collocazione delle figure.
La tela del quadro, in una sorte di tautologia, è quella stessa tela sulla quale gli altri tessuti - tendaggi, arazzi, tappeti - vengono più frequentemente dipinti. Ciò che sta davanti e ciò che sta dentro entrano in contiguità, la tela è messa davanti alla pittura. Il quadro di Vuillard sarebbe dunque un velo, tessuto dalla trama svelata, che si presenterebbe come in ritardo o di rimando.


La tela del quadro diventa così una pelle, una zona erogena sulla quale si iscrivono tutte le pieghe fantasmatiche del profondo, il desiderio e la frustrazione, il piacere e l'inibizione, il godimento e l'attesa. Essa non costituisce solo il supporto convenzionale della pratica pittorica ma si rivela, in Vuillard, matrice capace di contenere tutte le aspirazioni della sua vita e tutte le forme della sua arte.

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